Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie. 
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Wednesday, 15 December 2021 07:13

Terminali da bolentino - seconda serie

Written by

 Terminali da Bolentino

Per la pesca a bolentino esistono molte varianti di terminale. A seconda del fondale in cui si pesca nonchè delle prede insidiate fino alle singole preferenze personali. Riassumerli è davvero un'impresa.

Però alcune tipologie si possono anche rappresentare.

 Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini con utilizzo del tubicino in silicone

 Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

In questo caso abbiamo un terminale particolare. A 2 ami ma con piombo in posizione centrale

 Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

Ulteriore variante in questo a caso a 3 ami con utilizzo di girelle triple

Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

Particolare di terminale con bracciolo che utilizza un floatter. Particolarmente utile su fondali sporchi, con presenza di alghe ad esempio, in modo tale da tenere l'esca sollevata dal fondo.

 

 

Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

Questo è uno degli esempi più semplici, sia per il fatto che utilizza un solo amo ma anche per la struttura. L'amo viene legato su di un terminale posto a valle del piombo. Questo tipo di terminale è uno di quelli più efficaci per i fragolini di media-grossa taglia. Questi pesci infatti, non sono proprio poco diffidenti e la loro diffidenza aumenta con il crescere dell'età. Quando sono di media o grossa taglia l'utilizzo del piombo scorrevole diventa molto utile in quanto durante le spizzicate iniziali i pesce non riesce ad avvertire la presenza del piombo. L'inconveniente di questo sistema è dato dalla non intercambiabilità del piombo. Durante una battuta di pesca a bolentino le condizioni meteo-marine possono mutare e con esse, per poter tenere l nostra esca sul fondo, dobbiamo variare la grammatura del nostro piombo. Con questo sistema si ha l'inconveniente di dovere tagliare il nodo e rilegare. In alternativa si possono preparare prima vari terminali con il piombo già inserito ma non è una soluzione molto pratica.

 

Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini con utilizzo dell'antitangle

Questo tipo di terminale è molto simile la precedente. Unico amo posto a valle del piombo che in questo caso viene collegato alla lenza madre mediante l'antitangle. Questo sistema presenta i vantaggi del sistema visto sopra ma senza l'inconveniente nel cambio piombo. Essendo infatti il piombo agganciato all'antitangle viene legato con il moschettone e quindi facilmente sostituibile. Tenuto conto di quanto detto questo è sicuramente uno dei sistemi più semplici e più efficaci. 

Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

Ulteriore variante del terminale precedente che vede l'utilizzo di 2 ami. Questo tipo di terminale può risultare molto efficace non tanto per la possibilità di catturare 2 esemplari in contemporanea quanto per il fatto che da un lato risulta più attirante, ci sono 2 esche presenti sul fondo e dall'altro in quanto laddove il pesce dovesse riuscire a strappare l'esca su di un amo questo lo renderebbe ancora più vorace nell'attaccare al seconda esca.

 

 

Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

Questo è un terminale più articolato in quanto prevede l'utilizzo di 3 ami. Molto efficace soprattutto in zone con fondali rocciosi. I fragolini tendono a mangiare sul fondo ma in presenza di fondali non continui questo tipo di terminale può risultare molto efficace. Particolare accortezza nella sua costruzione deve essere rivolta la distanziamento dei braccioli in relazione alla lunghezza degli stessi. In pratica per evitare che i braccioli si aggroviglino durante la calata occorre che la loro lunghezza sia inferiore alla metà della distanza tra i braccioli stessi. Quindi se ad esempio andiamo a creare dei braccioli da 15 cm questi non dovranno essere montati ad una distanza minore di 35 cm circa.

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

 

Terminale da bolentino per fragolini

Terminale da bolentino per fragolini

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

 

 

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

 

 

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

 

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

Terminale da bolentino per fragolini

 

 

 

 

 

Monday, 06 December 2021 16:11

Rocket Tuna DIY

Written by

Rocket Tuna DIY

Il rocket, per chi pratica la pesca in mare dalla barca, è diventato uno strumento quasi essenziale. originariamente utilizzato principalmente per la pesca al Tonno Rosso almeno nel mio caso è divenuto uno strumento quasi indispensabile in tutte le pesche dalla barca.

La sua funzione principale è quella di consentire durante l'azione di pesca di poter orientare in modo semplice 2, 3 o 4 canne in contemporanea. Chi pratica la pesca dalla barca conosce molto bene quello che accade durante una battuta di pesca. Ad esempio quando si effettua un'uscita di pesca al tonno rosso si può stare in mare con le lenze in acqua per molte ore. Durante questo periodo vuoi per il mutare del vento vuoi per il mutare della corrente non è detto che le canne filino in mare sempre nella stessa direzione. Con il rocket possiamo però ovviare proprio a questa problematica. Spostare o direzionare 3 o 4 canne da un lato all'altro della barca non è cosa proprio semplice ed immediata. Se però questo accessorio da un lato è molto utile dall'altro può comportare una spesa anche piuttosto sostenuta (possiamo arrivare anche a costi che si aggirano intorno alle 600/800 euro). Considerando poi che a me piace costruirmi le cose, ecco l'idea di autocostruirmelo.

Per costruire un rocket, a meno che non siamo capaci a saldare l'acciaio inox, abbiamo subito un primo problema, il palo. In pratica occorre un palo in acciaio inox di circa 42 mm di diametro (questo è il diametro interno dei portacanna da barca). Dopo varie ricerche sono riuscito a trovarne uno perfetto per il mio scopo. Questo il link del montante

https://www.bricoman.it/it/montante-piastra-inox-316-ancorag-1000mm-10046706/

In pratica un tubo del diametro adatto con presaldata una piastra da fissare sul supporto dei portacanne. A questo punto mi sono potuto mettere all'opera, disegnare e stampare a cnc la piastra di supporto per i portacanne. Occorreva però decidere con quale materiale realizzare il supporto. La scelta finale è caduta sull'hpl. L'hpl è il materiale con il quale si realizzano i top delle cucine. E' resistente all'abrasione, all'acqua, ai raggi solari e con ottime capacità meccaniche. Praticamente il materiale perfetto per questo scopo. Ne ho realizzato prima una versione piccola, per verificare durante l'utilizzo le caratteristiche specifiche che doveva avere.

Rocket tuna prima versione

Poi sono passato al modello definitivo.

Rocket Tuna - Lavorazione a cnc del pannello in Hpl

Finita la stampa a cnc è sufficiente montare i portacanne, gli eventuali accessori (nel mio caso le piccole golfare per legare i cordini) ed il supporto per il portacanne. L'Hpl infatti una volta terminata la stampa a cnc non deve essere ne trattato ne rifinito.

Rocket Tuna

Questo è il risultato finito. In pratica ho inserito 4 portacanne ad incasso inclinati, 2 piastrine per portacanne, i fori per fissare le boette, i fori per inserire le forbici e 3 tasche per riporre piombi e varie. Il rocket è praticamente finito e pronto per essere testato.

Come detto sopra ho progettato il mio rocket per essere inserito in un portacanne ad incasso verticale. Qui devo aprire un breve parentesi. In pratica i portacanne che troviamo in commercio sembra più o meno tutti uguali ma non è cosi. Oltre a cambiare i materiali con sui sono realizzati cambia anche la modalità di esecuzione. In breve, ci sono alcuni portacanne con la piastra di supporto davvero esile ed infatti, avendo acquistato proprio uno di questi, alla prima uscita si è praticamente disassemblato. Il rocket oltre ad essere abbastanza pesante di suo viene caricato con le canne da pesca e sottoposto a molte sollecitazioni durante la navigazione. Soprattutto se il tubo non ha una tolleranza minima con il diametro interno del portacanne. A questo punto mi si presentava un problema di non poco conto. Ormai il rocket era fatto ma i portacanne non sembravano proprio riuscire a mantenerlo senza rompersi.

Analizzata a questione ho deciso di porre rimedio al problema costruendomi anche il supporto da parete per il rocket. Anche questa volta ho utilizzato l'hpl per realizzarlo e mi sono progettato un portacanne ad hoc.

rocket tuna - supporto a parete

In pratica ho realizzato una serie di anelli che vengono fissati a parete mediante viti m6 passanti nella struttura della barca e montati su una contro piastra. Tutti gli anelli sono poi bloccati verticalmente da 3 barre filettate m4. In questo modo si ottiene un corpo solido ed estremamente resistente. L'ulteriore vantaggio dell'operazione consiste nel fatto che avendo potuto calibrare il foro del supporto in modo preciso in pratica il montante del rocket non ha assolutamente gioco. Questo significa che il supporto non viene sottoposto a sollecitazioni, il rocket è fermo e stabile anche in navigazione.

 rocket tuna

rocket tuna in navigazione

 

 

 

 

 

 

 

 

Tuesday, 30 November 2021 10:01

Boetta Big Game fai da te

Written by

Boetta Big Game fai da te

 

Le boette per il big game sono diventate un accessorio molto utile. Il loro costo però non è proprio indifferente e dato che a me piace realizzarmi le cose ho trovato questo sistema per costruirle a basso costo. La realizzazione è stata effettuata con gli involucri degli ovetti Kinder, quelli grandi però.

 

Wednesday, 19 August 2020 13:14

Traina al dentice con il vivo

Written by

Traina al Dentice con il vivo

 

Il dentice, appartenente della famiglia degli sparidi, ne ha caratteristiche simili, ma per quanto attiene ambiente e comportamenti, il dentice è un’altra cosa. Le principali caratteristiche sono:
• Può raggiungere e superare i 15 chili di peso;
• Ha quattro denti canini ricurvi con i quali afferrare le prede di cui si ciba, e da cui trae il nome;
• E’ un pesce gregario presente nelle acque mediterranee;
• Vive generalmente sul fondo intorno ai 12-35 metri, in primavera-estate, intorno ai 60-80 metri, in autunno-inverno;
• Predilige fondali rocciosi caratterizzati da dislivelli in prossimità di praterie di posidonia che sfrutta per mettere in atto i suoi agguati;
• A volte, in primavera-estate, si riunisce in branchi che si muovono a profondità minori andando a formare il cosiddetto "montone".
• E’ un pesce carnivoro che predilige pesci di piccola e media taglia (menole, tanute, castagnole, occhiate, fragolini, aguglie, costardelle, sugarelli, ecc.).
• E’ particolarmente attratto da calamari e cefalopodi.

 

 

Tecnica di pesca: Traina

La scelta della tecnica è correlata ad alcuni fattori. Il principale, è determinato dalla necessità di far lavorare l’esca in prossimità del fondo, dove il pesce staziona. Questa esigenza ha delle ripercussioni sulla scelta delle esche, dell’attrezzatura e delle correlate velocità di traina. E’ da ricordare che con una velocità minore è più facile far scendere l’esca in modo più agevole. Non ci si deve poi dimenticare del fatto che trainando con esche naturali queste potranno essere oggetto di attenzione anche di altre specie (ricciole e lecce in particolare), mentre con gli artificiali i concorrenti potrebbero essere palamite e lampughe e pertanto la nostra attrezzatura dovrà di conseguenza variare.

Traina con esche naturali
Naturali: da preferire il vivo (Calamari, cefalopodi, sugarelli, etc.), (luglio-novembre)
Velocità di traina: 1/1,5 nodi

Traina con artificiali
Artificiali: (maggio-giugno)
Velocità di traina: 3/3,5 nodi

Periodo

Il periodo ottimale è dalla tarda primavera sino all'autunno inoltrato. Questo in quanto nel periodo successivo si sposta su fondali maggiori e cercare di catturarlo, soprattutto a traina, diventa particolarmente problematico.

Tecnica

Una prima esigenza fondamentale è insidiarlo, ovviamente, nel luogo da questo frequentato nel periodo in cui ci si accinge a pescarlo.
Per cui, in primavera-estate occorre far lavorare le nostre esche in prossimità sul fondo su fondali rocciosi, tra i 12 ed 35 metri. Particolarmente fruttosi sono i cosidetti “cappelli” delle secche, ed in particolare quelli ricchi di anfratti.

Orari
Le fasce orarie da prediligere sono:
• sorgere e tramontare del sole;
• le ore con sole alto;


Gli affondatori

Come detto, far lavorare l’esca alla profondità voluta è una necessità fondamentale di questo tipo di pesca. I sistemi di affondamento sono vari, ma quelli da prediligere sono:

• il monel
• la palla di cannone
• il piombo guardiano

Questi sistemi si possono utilizzare nella traina lenta (con esca naturale), mentre per la traina veloce (con gli artificiali) è da escludere l’uso del piombo guardiano.

Per quanto riguarda il monel si deve tener presente che questo affonda, per ogni decametro immerso, di circa 3 metri a 1 nodo e di circa 0,70 metri a 4 nodi. Pertanto, in base al fondale nel quale si intende pescare occorre dotarsi di un mulinello adeguato a contenere in bobina tanti metri quanti ne occorrono a raggiungere la profondità necessaria.

Con la palla di cannone (generalmente di 3/7 chili) si possono raggiungere profondità maggiori rispetto al monel, in quanto si deve considerare che, per quanto detto, per raggiungere i 10 metri a 4 nodi occorre calare in acqua circa 140 metri per cui per raggiungere i 30 metri ne occorrono 420.
Con entrambe i sistemi occorrerà assestare continuamente la profondità di traina agendo sulla velocità di traina, sui metri di lenza calati in acqua o del cavetto metallico che sostiene la palla.

Controllare la profondità

Con il monel
Applichiamo sul monel dei riferimenti (filo di cotone legato o incollato, oppure il classico filo da surfcasting) distanziati a seconda delle esigenze di pesca. Generalmente marcando distanze sulla lenza rappresentanti profondità significative.

Con il downrigger
Sarà sufficiente verificare il contametri montato sull'affondatore.

In entrambe i casi quando l’esca tocca il fondo la vetta della canna vibrerà con salti repentini. Occorre fare molta attenzione ed essere pronti a sollevarla dal fondo per evitare incagli e rotture. In particolar modo quando il fondale presenta frequenti cambi di profondità.


Attrezzatura

L’attrezzatura da utilizzare per il dentice può essere calibrata sulle 8-12 libbre. Ma se peschiamo con esche naturali, in particolare vive, ed in zona sono presenti lecce e ricciole sarà bene calibrare l’attrezzatura sulle 20-30 libbre. Questo significa, generalmente, avere canna e mulinello sulle 20/30 libbre e filo madre in bobina sulle 40/50 libbre.

Terminale

Circa 20 metri di nylon 0.40-0.50 se peschiamo con artificiali, 0.60-0.70 se peschiamo con esche naturali. E’ buona prassi effettuare una doppiatura del terminale sugli ultimi 15-20 cm dello stesso in modo da contrastare eventuali abrasioni, e quindi rotture, dovute alla dentatura.

Esche

Naturali vive: aguglia, sgombro, occhiata, sugarello, cefalo, seppia, calamaro, triglia. Quest’ultima sicuramente la preferita dal dentice ma anche la più difficile da reperire viva. A seconda del posto di pesca molto più semplice risulta il reperimento di sugarelli e sgombri ma da non sottovalutare è anche il calamaro e la seppia.
L’aguglia risulta efficiente anche se morta, e insieme alla seppia e al calamaro sono da preferire in assenza del vivo.

Artificiali: pesci finti con paletta metallica di 9, 11, 13, 14 e 18 cm. Per i colori, il testa rossa, l'arancione, il giallo, il verde chiaro in varie tonalità varie ma sempre con striature dorsali nerastre.


Innesco

Per il vivo utilizziamo uno spezzone di nylon dello 0,60-0,70 della stessa lunghezza dell’esca utilizzata che armeremo con i classici due ami, uno trainante ed uno ferrante, da preferire quelli ad occhiello leggermente ricurvi e corti della misura n.4/0.
Il trainante verrà inserito dall’alto verso il basso nella bocca del pesce (o nel sacco del cefalopode). Il ferrante, sempre dall’alto verso il basso, verrà infilato sotto pelle nella parte vicina alla coda del pesce o tra i tentacoli del cefalopode.
Dettagli molto importante è costituito dal collegamento dello spezzone appena descritto con la lenza madre. Questo dovrà essere effettuato tramite una girella che dovrà essere di ottima fattura e adeguato libraggio.
Per l’innesco del morto la procedura è identica a quella descritta con l’unica differenza che lo spezzone di filo verrà fatto passare all’interno dell’esca mediante un ago.

Accortezze

• Nel caso si utilizzi l'aguglia morta, ricordarsi di spezzare la spina dorsale almeno in due punti in modo tale da farla navigare con movimento naturale;
• Utilizzando cefalopodi oltre i 20 cm, è bene appesantirli con un piombo di 30-50 grammi inserito nella parte anteriore del sacco.

L'assetto di pesca

Traina con il monel
L’assetto standard prevede due canne laterali divaricate al massimo con lenze filate a distanze diverse. Filando le due canne a distanze diverse, tenendo presente le caratteristiche di affondamento del monel, otterremo contemporaneamente due risultati:
• Eviteremo incagli tra le due lenze in quanto, lavorando a profondità diverse, nelle virate, la possibilità di intreccio si ridurrà notevolmente;
• Avremo la possibilità di scandagliare profondità diverse e quindi anche diversi predatori;
Quando la lunghezza del monel in bobina non consente di raggiungere la profondità voluta è possibile aggiungere, prima del nodo di giunzione con il terminale in nylon, un piombo a sgancio rapido.

Wednesday, 19 August 2020 13:02

Spinning in foce

Written by

Spinning in foce

Lo spinning in foce è una tecnica di pesca che può essere pratica sia dalla che dalla barca. Dalla riva, ovviamente, avremo la possibilità di muoverci lungo la costa ma un campo di azione limitato dall'azione della nostra attrezzatura. Pescando dalla barca avremo invece libertà di movimento e la possibilità, quindi, di poterci spostare nel punto in cui si verificano mangianze e cacciate dei predatori oggetto della nostra ricerca.

Nello spinning infatti, l'individuazione del punto di pesca è uno dei passaggi fondamentali per una buona riuscita della nostra battuta. La ricerca per l'individuazione del punto rigurda:

  • Individuazione di ostacoli sommersi: questa ci viene segnalata da alterazioni in superficie del flusso della corrente. Questi sono i punti preferenziali per insidiare le spigole
  • Individuazione di cacciate e/o mangianze: tali situazioni riguardano in particolare pesci come i Serra e le Lecce Amia

La tecnica è quella tipica dello spinning: si lancia un artificiale che simula un particolare tipo di pesce e lo si recupera per farlo sembrare tale.

Ovviamente l'attrezzatura deve essere calibrata da un lato con il tipo di preda che insidiamo, dall'altro con il tipo di artificiale che stiamo utilizzando.

Artificiali per lo spinning alla spigola

Si possono utilizzare artificiali affondanti e galleggianti quali popper, walking the dog, minnows e jig. Negli utlimi anni una particolare diffusione in questo tipo di pesca la stanno avendo i siliconi.

Artificiali per lo spinning al Serra

Si possono utilizzare popper, walking the dog e minnow

Artificiali per lo spinning alla Leccia Amia

In questo caso l'esca da prediligere è il popper di notevoli dimensioni

 

Walking the Dog (WTD)

I walking the dog sono artificiali concepiti per essere recuperati in modo lento, con frequenti soste e ripartenze o impennate (jerkate). La loro peculiarità consiste nel fatto che sono privi di paletta, sono galleggianti tanto da non immergersi quasi mai completamente in acqua. Generalmente hanno una forma fluida e allungata. Le colorazioni, ovviamente, sono delle più varie.

Wednesday, 19 August 2020 13:01

Spinning dalla costa rocciosa

Written by

Lo spinning da costa rocciosa è una tecnica di pesca estremamente interessante in quanto, a seconda del periodo e del luogo, ci consente di insidiare, oltre le canociche prede, anche i grossi pelagici che accostano. La costa rocciosa è un tratto di mare con scogliera non molto alta, alternata da scogli, insenature e tratti di scogliera più ripida. I punti da ricercare saranno quelli in cui si creano delle variazioni (di corrente d'acqua, di fondale). Si dovranno prediligere i punti i cui sono presenti rocce affioranti o semisommerse, buche o canaloni, discontinuità di fondale. Queste variazioni sono determinanti in quanto, grazie ad esse ed all'azione della corrente marina, si creano nei loro dintorni zone di sedimentazione che da un alto attirando i grufolatori, automaticamente attirano i predatori.

L'azionedi pesca avviene, una volta scelto il luogo, si monta l'artificiale adatto, si effettuano una serie di lanci e poi ci si sposta. Se nello spostarci cambiano le condizioni di fondale cambieremo anche il nostro aritficiale. Andando avanti così potremo battere una vasta zona oppure decidere di tornare indietro per poi ricominciare.

Artificiali

Su fondali di roccia sono da prediligere i minnow (ad affondamento neutro). Su fondali di sabbia sono da preferire i Jig, fatti lavorare sul fondo con piccole trattenute del cimino. Su fondali elevati è da prediligere il popper.

Wednesday, 19 August 2020 13:01

Spinning alle Lampughe

Written by

La pesca della Lampuga a spinning è una delle tecniche di pesca più divertenti. Da un lato la combattività del pesce, dall’altro la leggerezza delle attrezzature, tutto concorre alla creazione di adrenalina pura, che ingenera uno stato di tensione che, una volta provato non si può dimenticare.


Tuttavia è da rilevare che non è facile trovarsi nella condizione ideale per poter vivere attimi di vera concitazione. Pescare questo pesce a spinning è praticabile solo a fronte del verificarsi di alcune situazioni. A differenza di altre specie, infatti, per le quali la pratica della pesca a spinning è generalmente determinata da 2 fattori principali:
1. Il verificarsi di mangianze, in particolar modo quando visivamente segnalate dai nostri amici gabbiani
2. In particolari situazioni di luogo e ora (come ad esempio nello spinning ai serra in foce), mediante le quali, anche in assenza di particolari situazioni di mangianza, tale pesca può dare i suoi frutti
Per le Lampughe, tali situazioni, e quindi tali accorgimenti non sono percorribili. In pratica sarà molto difficile rilevare una mangianza di lampughe, da un lato, non ci sono condizioni “naturali” per le quali un particolare luogo in una particolare ora possono determinare la situazione propizia per la loro pesca.
Altre infatti sono le caratteristiche che rendono tale pesca, almeno in ipotesi inziale, suscettibile di fornire esiti positivi. Come rilevato nella scheda sulla Lampuga, una sua particolare caratteristica, cioè la predilezione a stazionare in “zone d’ombra” appena sotto la superficie dell’acqua,
La lampuga tende a posizionarsi nelle zone di ombra generate da corpi galleggianti. Tanto che, proprio da questa sua particolare abitudine, è nata una tecnica di pesca denominata proprio “pesca con le ombre”. In pratica, non si fa altro che creare delle zone d’ombra sul pelo dell’acqua, utilizzando vari materiali (i “cannizzi”), tra cui foglie di palma. Questi vengono ancorati in un punto in una zona in cui si presume vi sia la presenza di questo pesce e lo si lascia lì per alcuni giorni. Generalmente fin quando il nostro “cannizzo” riesce a resistere all’azione del mare.
Una volta posizionato, e fin che resiste, torneremo sul punto (che avremo memorizzato su GPS) per provare a verificare se qualche gruppo di lampughe si è posizionato al di sotto di esso.
Se tutto sarà stato eseguito correttamente, e il nostro pesce è nelle vicinanze, avremo creato i presupposti per una battuta di pesca a spinning alla Lampuga che ci regalerà emozioni che non scorderemo facilmente.
Vediamo nel dettaglio la pratica di questa pesca:
1. Caliamo il cannizzo (o latro oggetto che abbiamo scelto)
2. Memorizziamo il punto
3. Dal punto iniziamo una serie di scie, o cerchi, di pasturazione (mentre camminiamo rilasciamo sarde in acqua)
4. Terminata la pasturazione potremo iniziare a pescare
5. Alla prima abboccata recuperiamo il pesce in questo modo
a. Molto lentamente, in modo tale da attirare gli altri componenti del branco, e lasciandolo sostare in prossimità della barca prima del suo issaggio a bordo
b. Molto velocemente in modo tale da recuperarlo, legarlo e rilasciarlo in acqua per fargli svolgere la funzione di cui sopra
Nei giorni seguenti, fin quando il nostro “cannizzo” resisterà potremo tornare a pescare sul punto. Potremo pasturare, per attirare eventuali esemplari nei dintorni, o spinnare in prossimità della zona d’ombra per verificare se il nostro cannizzo ha attirato qualche esemplare.
Ulteriore possibilità per lo spinning alle Lampughe è data dalla presenza in acqua di corpi galleggianti alla deriva (una busta, un tronco, o qualsiasi altro oggetto che produca un minimo di ombra). Anche in prossimità di questi è sempre bene effettuare qualche tentativo.
Ricordiamoci sempre che la Lampuga è un pesce gregario e che, catturato un esemplare di lampuga dovremo immediatamente legarla e immergerla sotto lo scafo della nostra imbarcazione. Questo farà si che gli altri componenti del branco tenderanno ad avvicinarsi al nostro scafo.
Generalmente nello spinning alla Lampuga gli artificiali da prediligere sono quelli da circa 14 cm, oppure cucchiaini con penna di dimensioni significative.

Wednesday, 19 August 2020 13:08

La pesca della seppia

Written by

La pesca della seppia

NOTE GENERALI

Sicuramente non è un tipo di pesca entusiasmante ma, considerato il periodo in cui si pratica (e quindi le non molte opzioni a disposizione) e tenuto conto del fatto che, se si incappa nella giornata giusta, è possibile catturarne anche molti pezzi in una battura di pesca, diciamo che ha il suo fascino. Inoltre, non da ultimo, occorre considerare la qualità del pescato una volta messo a tavola!

Oltre quanto sopra detto, occorre ricordare che la seppia è anche esca eccellente per praticare alcuni tipi di traina, pertanto, se si vuole praticarla, è necessario catturarle.

PREDE

Seppia (ma valida anche per polipo e calamaro)

TECNICA

Da preferire sono i fondali sabbiosi o fangosi compresi tra i -5 ed i -20 metri, mare calmo con acqua limpida ed una leggero vento che innnesca un leggero scarroccio sono le condizioni ottimali. Lo scarroccio infatti sopperisce al fatto che le seppie non sono gregarie, pertanto mediante esso si attua una continua ricerca sulla zona di pesca.

In presenza di scarroccio eccessivo si può calare l'ancora galleggiante in modo tale da rallentarlo.

Per quanto riguarda gli orari non ve ne sono di preferenziali per cui è possibile praticare questo tipo di pesca durante l'arco di tutta la giornata.

PERIODO

Novembre-Dicembre sono i mesi ottimali. Poco prima e poco dopo i mesi in cui si può continuare a tentare.

ESCHE

Artificali imitazioni di calamari. Ne esistono di vari tipi e colori. Le combinazioni di colori che offrono maggiori risultati variano da luogo a luogo.

ATTREZZATURA

Canne

Possono essere utilizzate anche le canne da bolentino se con grammatura d'azione non troppo elevata in quanto il cimino deve garantire una certa sensibilità. Da preferire quelle appositamente realizzate. La lunghezza da preferire è tra i 2 - 2.5 metri.

Mulinelli

E' più che sufficiente un mulinello a bobina fissa di misura 3000

Lenza madre

Lenza madre in multifibra del 0.10/0.15 e terminale in fluorocarbon del 0.25/0.35

Lenza

La lenza non è particolarmente articolata. Possiamo identificare 2 principali tipologie di terminali.

1. Terminale con piombo fisso

 

Terminale seppia pt

 

2. Terminale con piombo scorrevole

 

Terminale seppia ps

 

Ai braccioli possono essere aggiunte perline fosforescenti

AZIONE DI PESCA

1. individuazione dello spot di pesca

Generalmente sotto costa su fondali compresi tra i 8-10 e i 20 metri. L'esperienza e la conoscenza specifica dei luoghi sono elemento fondamentale. A volte capita, può dipendere dalle giornate o dai luoghi specifici, che accostino di più o di meno. Fondamentale pertanto risulta la ricerca della batimetrica in cui stazionano per poi proseguire l'azione di pesca su quelle profondità.

2. posizionamento della barca

La cosa migliore è disporre il fianco della barca in direzione uguale e contraria alla direzione della corrente presente. Vedi figura sotto.

 

Pesca Seppia dispbarca

 

3. Calata delle lenze

E' possibile pescare anche con più canne, in quandto in presenza di scarroccio lo stesso provvederà a far muovere l'esca, animandola. Oviiamente però è preferibile pescare con una canna in modo da controllare il movimento dell'esca.

Man mano che la barca scarrocia dare filo e richiamare la lenza a piccoli stratti, senza riportare l'esca sotto la barca, fino ad averla portata sul fondo. A questo punto iniziare a recuperare alternando piccoli strappi. recuperato fin sotto la barca, ricominciare con la calata.

4. Abboccata

In verità non è propriamente una toccata in quanto la seppia si posa sull'esca. Quando ciò avviene, il cimino flette in modo deciso. A questo punto non si deve ferrare ma iniziare a recuperare in modo costante, evidando strattoni e cali di tensione nella lenza.

5. Coppo

Questo è il momento cruciale in quanto è proprio quando la seppia raggiunge il pelo dell'acqua che c'è il rischio che molli la presa sull'esca. Per cui attenzione. Importante avere un coppo leggero e lungo che consenta di salpare la preda appena raggiunge il pelo dell'acqua (generalmente è a quel punto che potrebbe tentare di mollare la presa).

Wednesday, 19 August 2020 12:58

La pesca del calamaro

Written by

La pesca del calamaro

Note generali

Questa pesca è molto simile a quella rivolta alle seppie. La differenza sostanziale si manifesta con la scelta delle esche. Per i calamari si utilizzano artificiali specifici (Tataki), di dimensioni, forme e colori diversi.

Prede

La preda ovviamente è il Calamaro ma non è raro che attuando questa pesca si incappi in catture di seppie e polpi. Quando ciò avviene è bene prevedere delle lenze specifiche anche per loro.

Tecnica

Le condizioni da preferire sono quelle che offrono mare calmo con acqua limpida ed una leggero vento che innnesca un leggero scarroccio. Lo scarroccio ci consente di sondare zone ampie di mare e di mantenere in movimento le nostre esche, rendendole quindi più efficaci.

In presenza di scarroccio eccessivo però, si rischia di vanificare l'azione di pesca. In questi casi si può calare l' ancora galleggiante in modo tale da rallentarlo.

Per quanto riguarda gli orari sono da preferire i cali di luce (alba e tramonto) e la notte.

 

Periodo

Il periodo ottimale può variare in base alla zona di pesca. Per cui informarsi con i pescatori locali se non si conosce il posto. In via generale l'inverno è il periodo migliore.

 

Esche

Per la pesca del calamaro si utilizzano artificali appositamente studiati e realizati (Tataki). Ne esistono di vari tipi e colori. Le combinazioni di colori che offrono maggiori risultati variano da luogo a luogo.

 

Attrezzatura

Canne

La scelta della canna deve essere effettuata con accortezza in quanto particolarmente decisiva per una buona riuscita della battuta di pesca. Sono da preferirsi quelle appositamente studiate ma possono essere utilizzate anche canne tra i 2 ed i 3 metri con cimini molto sensibili.

Mulinelli

Per la scelta del mulinello non ci sono precauzioni specifiche. E' più che sufficiente un mulinello a bobina fissa di misura 2000/3000

Lenze

Lenza madre in multifibra del 0.10/0.15 e terminale in fluorocarbon del 0.20/0.25

Lenza

La lenza non è particolarmente articolata. 

La costruzione della lenza è molto simile a quella per la pesca della seppia. La differenza principale consiste nel fatto che gli artificiali non vengono collegati a braccioli e connessi al trave principale mediante moschettone. In questo modo si ha il vantaggio di azzerare il rischio di ingarbugliamenti e si ha inoltre la possibilità di cambiare le esche durante la battuta in modo agevole e veloce.

 

Azione di pesca

Individuazione dello spot di pesca

Generalmente sotto costa su fondali compresi tra i 10 e i 20 metri. L'esperienza e la conoscenza specifica dei luoghi sono elemento fondamentale.

Posizionamento della barca

La cosa migliore è disporre il fianco della barca in direzione uguale e contraria alla direzione della corrente presente. Vedi figura sotto.

Pesca Seppia dispbarca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Calata delle lenze

E' possibile pescare anche con più canne, in quanto in presenza di scarroccio lo stesso provvederà a far muovere l'esca, animandola. Oviiamente però è preferibile pescare con una canna in modo da controllare il movimento dell'esca.

Calare la lenza sul fondo (Il peso del piombo ovviamente dovrà essere calibrato al fondale ed alla corrente presente). Una volta giunta sul fondo possiamo o lasciare la canna nel portacanna e attendere oppure tenerla in mano e animarla con strattoni verso l'alto

Abboccata

In verità non è propriamente una toccata in quanto il calamaro si posa sull'esca. Quando ciò avviene, il cimino flette in modo deciso. A questo punto non si deve ferrare ma iniziare a recuperare in modo costante, evidando strattoni e cali di tensione nella lenza.

Coppata

Questo è il momento cruciale in quanto è proprio quando il calamaro raggiunge il pelo dell'acqua che c'è il rischio che molli la presa sull'esca. Per cui attenzione.

Wednesday, 19 August 2020 13:14

Tenya

Written by

Ulteriore variante del Kabura è il Tenya. Questa tecnica di pesca riprende sostanzialmente quella del Kabura introducendo, quale elemento di differenziazione, una nuova concezione dell'esca. Questa infatti è composta, in linea generale, da un corpo solido affondante, sagomato in modi vari, con differenti colorazioni, che non presenta, come nel Kabura i tipici Assist Hook. L'amo infatti, in questo caso, è direttamente connesso con il corpo solido affondante ed in alcuni casi ha un secondo amo, tipo assist hook. Anche in questo caso, la variazione rispetto al kabura e come già nel Live Kab, è finalizzata alla costruzione di un'esca ibrida, cioè composta da un corpo artificiale su cui viene innescata un'esca naturale.

TENYA 02       TENYA 03       TENYA 04
Tenya con 2 ami
 
Tenya con amo unico
 
Tenia con 2 ami

 

Questa tecnica è indicata per la pesca dii pagelli, pagri e sparidi. Può essere praticata su fondali fangosi, misti e rocciosi, anche se questi ultimi sarebbe meglio evitarli se vogliamo che il nostro artificiale ci accompagni per molte battute di pesca. L'attrezzatura rimane invariata rispetto al kabura, ma andrebbero scelte canne con una certa sensibilità sulla vetta.

 

 

INNESCO

Nel caso del Tenya con doppio amo facciamo passare l'amo "rigido" sotto la pancia del gamberetto, e l'amo mobile in senso inverso sotto la coda del gamebretto.

 

Esempio di innesco con gamberetto e doppio amo

     TENYA 01    
         

Quello mostrato sopra è l'innesco con un Tenya diciamo "classico". Ne esistono poi altri modelli, in particolare quello di seguito mostrato ha una specifica differenziazione

 

TENYA YO-ZURI DE LUXE

DESCRIZIONE

Il Tenya De Luxe della Yo-Zuri è costituito da un corpo affondante sferico con sfaccettature specificatamente studiate per ottenere un particolare comportamento idrodinamico. Da un lato agevola l'affondamento dell'artificiale, dall'altro migliora il comportamento in fase di pesca. Presenta, nella parte superiore, due incavi in cui sono incassati 2 occhi tridimensionali capaci di intensi riflessi. La parte superiore è inoltre smussata in modo tale da fornire lo spazio per posizionare la testa del gambero una volta innescato. Dispone  dell'amo ferrante, l'assist hook, colegato tramite un cordino, e il tipico amo rigido, cioè stampato direttamente nel corpo dell'artificiale. Ricordiamo che in questi artificiali l'amo rigido svolge la funzione di "trainante", l'assist hook svolge la funzione di ferrante. Proprio sotto l'amo rigido c'è una specie di ardiglione (asticella rigida) inserita per l'utilizzo del tubicino in gomma per il fissaggio del gamberetto. La verniciatura è piuttosto resistente e ne mantiene inalterate le caratteristiche anche dopo ripetute battute di pesca (evitando le rocce resiste molto a lungo). E' disponibile in vari colori (arancio, rosso, oro) e varie finiture. E' attualmente disponibile in varie gramamture fino a 75 gr.

 

TENYA 05

INNESCO YO-ZURI TENYA DE LUXE CON ESCHE NATURALI

Il Tenya De Luxe della YO-ZURI ha una innovazione. Presenta infatti una sorta di ardiglione sotto il corpo dell'amo rigido. Questo ha una specifica funzione per l'innesco dell'esca naturale.

INNESCO

TENYA 05 01
Inseriamo un tubicino di gomma al di sotto dell'ardiglione in modo tale da incastrarsi
TENYA 05 02
Con l'assist hook inneschiamo la coda del gamberetto (la punta dell'amo deve fuoriuscire dalla coda verso il basso)
TENYA 05 03
Inneschiamo con l'amo rigido il gamberetto facendolo passare da sotto la pancia a sopra
TENYA 05 04
A questo punto arrotoliamo il tubicino di gomma attorno al gamberetto realizzando 3/4 spire e fermialo infilandolo nella punta dell'ardiglione

INNESCO YO-ZURI TENYA DE LUXE CON ESCHE SILICONICHE

TENYA 05 SILICONICHE
Nel caso di innesco con esche siliconiche si innesca la siliconica con l'amo rigido come mostrato in figura. E' consigliato inoltre la sostituzione dell'assist hook con un amo doppio. In alternativa si può lasciare l'assist hook e fermarlo sulla parte finale della siliconica.
Page 1 of 6