1.        Bolentino

1.1.     Note Generali

Il Bolentino, in base alla profondità del fondale su cui viene praticato, può essere distinto in:

  • bolentino costiero (15/30 metri di profondità)
  • bolentino di medio fondale (30/70 metri di profondità)
  • bolentino di profondità (oltre i 100 metri di profondità)

Ovviamente ognuna di queste tecniche richiede attrezzature, ma soprattutto lenze, diverse. L’elemento però che determina in modo sostanziale la possibilità della loro attuazione è l’imbarcazione. Infatti, per raggiungere fondali significativi occorre allontanarsi dalla costa, salvo i pochi casi in cui si hanno elevate profondità sotto costa. Questo di conseguenza richiede imbarcazioni adeguate.

1.2.   Prede

Pagello fragolino, Marmora, Sarago, Tanuta, Orata, Sgombro, Sugarello, Gallinella, Trgilia, Scorfano, Occhiata

1.3.   Tecnica

Varia a seconda delle specie insidiate.

1.4.   Periodo

Inizio autunno - fine inverno

1.5.   Esche

L’innesco dell’esca viene generalmente effettuato utilizzando il verme sull’amo più basso (quello a fondo) e esca bianca (cannello, mazzancolla, strisciolina di seppia o calamaro) su quelli sopra. E’ inoltre possibile inserire sul bracciolo delle perline fosforescenti. Di seguito un tabella di correlazione esca/specie in base al periodo dell’anno.

1.6.   Attrezzatura

Canna – Elemento fondamentale è costituito dalla sensibilità del cimino. Le canne da bolentino devono infatti da un lato essere capaci di sopportare piombature spesso considerevoli, generalmente dai 50 ai 300 grammi (per il bolentino di medio fondale), ma allo stesso tempo avere un cimino capace di riportare ogni toccata del pesce. Ottime sono le soluzioni con cimino intercambiabile con diverse potenze (generalmente uno sui 50/100 grammi ed uno sui 150/250). Per il bolentino di profondità occorrono invece canne specifiche.

Mulinello – Generalmente sono adatti mulinelli di misura 5000/8000 (questo in considerazione della loro capacità di imbobinare filo). Elementi fondamentali sono la resistenza alla salsedine, un ottimo rapporto di recupero, l’essere utilizzabili con il multifibra e non da ultimo il peso. Spesso tali mulinelli sono pesanti ed il loro uso, nell’arco di una giornata di pesca, si fa sentire. Per gli alti fondali ci deve orientare verso i mulinelli elettrici.

Lenza madre – Sicuramente da preferire su tutti è il multifibra. I suoi vantaggi sono notevoli. Maggior carico di rottura, per cui a parità di carico possiamo imbobinare più metri ed avere una resistenza in acqua inferiore. La sua elevata rigidità aumenta sensibilmente la possibilità di avvertire la toccata del pesce.

Ami – Devono essere di misura proporzionata alla preda che si intende insidiare.

Piombi – A pera o a goccia, plastificati e con girella inserita nel corpo del piombo. La grammatura deve essere proporzionata in base alla profondità a cui si intende pescare ed alla corrente presente. La grammatura ottimale è quella minima che, in considerazione delle 2 variabili sopra dette, riesce a tenere la lenza in verticale con il piombo sul fondo. Se si pesca a mezz’acqua vale comunque il principio della lenza in verticale.

1.7.   Lenza

Lenza madre – in multifibra 10/18 libbre

Terminale – primo tratto T1 in fluorocarbon 0,30/0,40 di 10 metri circa e secondo tratto T2 (detto trave) in fluorocarbon dello 0,20/0,30 di 1/2 metri su questo vengono montati i braccioli, anch’essi in fluorocarbon con diametro dello 0,18/0,26. Si lega alla lenza madre T1 mediante nodo. Questo potrà essere un nodo di sangue, un UNI o un FG-Knot (vedi sezione “nodi di giunzione”). Alla parte terminale di T1 si collega una girella e di seguito T2. Su T2 vengono montati i braccioli. Questi possono essere legati o con clip. L’uso della clip (pallina sferica con taglio per incastro nella trave) risulta molto utile nel caso di sostituzione del bracciolo. I braccioli (generalmente 2 o 3) avranno una lunghezza di 20/30 cm e saranno distanziati in modo tale che la somma della lunghezza di 2 braccioli sia inferiore alla loro distanza di aggancio al trave. Al termine del trave si lega un moschettone a cui si aggancia il piombo.

 

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 1 – Terminale da Bolentino – Schema 1

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 2 – Terminale da Bolentino – Schema 2

 

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 3 - – Terminale da Bolentino – Schema 3

 

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 4 – Terminale da Bolentino – Schema 4

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 5 – Terminale da Bolentino – Schema 5

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 6 – Terminale da Bolentino – Schema 06

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 7 – Terminale da Bolentino – Schema 7

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 8 – Terminale da Bolentino – Schema 8

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 9 – Terminale da Bolentino – Schema 9

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 10 – Terminale da Bolentino – Dettaglio Bracciolo 1

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 11 – Terminale da Bolentino – Dettaglio Bracciolo 2

 

 

1.8.   Azione di pesca

  • Studio della carta nautica

Per decidere, in base alle prede che vorremo insidiare, su che tipo di fondale andremo a svolgere la nostra battuta di pesca è di fondamentale importanza la consultazione preventiva a tavolino della carta nautica. E’ buona prassi individuare 2/3 spot diversi in modo da poterci spostare nel caso il primo individuato non dia gli esiti sperati.

  • Individuazione punto di pesca

Ci avvarremo dell’ecoscandaglio per individuare nel modo più preciso possibile il punto di pesca in considerazione del fondale individuato sulla carta nautica, e del punto nave ovviamente.

  • Ancoraggio

In modo da tenere la barca sul punto prescelto. Volendo si può anche optare per lo scarroccio il quale presenta alcuni vantaggi ed alcuni svantaggi. I pro sono che possiamo sondare un tratto di mare ampio ma di contro c’è che dovremo continuamente riposizionarci sul punto di partenza per recuperare lo scarroccio dell’imbarcazione. Un buon sistema può consistere nell’iniziare la battuta di pesca scarrocciando e quando troviamo un punto che rende ci ancoriamo.

  • Calata della lenza

Svolte le due precedenti operazioni possiamo calare la lenza in acqua. Ricordiamo che il bolentino è sostanzialmente una pesca al tocco per cui, canna in mano, lenza tesa e pronti a ferrare quando avvertiamo la toccata del pesce.

  • Nota: La pasturazione

La pasturazione può essere effettuata mediante l’utilizzo di un semplice retino in cui vengono inserite sarde a pezzi, chiuso e calato alla profondità di pesca. Oppure tramite apposi miti strumenti (sardamatic). E’ da tener presente, comunque, che mentre pescando a galla è più facile mantenere la scia (l’esca galleggia e pertanto si mantiene di per sé alla profondità voluta), pescando a fondo l’apporto è inferiore in quanto risalendo, la scia si disperde, e con essa gli eventuali pesci richiamati.

Altra considerazione sulla pasturazione è relativa al momento di inizio. Abbiamo infatti sostanzialmente 2 alternative. La prima consiste nell’iniziare la pasturazione subito in modo da attirare il pesce a noi, la seconda consiste nell’iniziare la pasturazione dopo che si è individuato il punto migliore al fine di tenere i pesci sotto di noi.

 

Nell'immagine, nel dettaglio A è rappresentata l'ipotesi di montaggio mediante perlina incollata sulla lenza madre con colla cianoacrilica. Questo tipo di fissaggio consente di avere una lenza molto pulita e "trasparente". Altro sistema è quello rappresentato nella seguente figura nel quale ci si avvale degli stopper, cioè di piccoli gommini che servono a bloccare lo scorrere della girella lungo la lenza. Tra stopper e girella si inseriscono delle perline.

TERMINALE DA BOLENTINO

Figura 12 – Terminale a Bolentino – Dettaglio Stopper

1.9.   Le esche per il Bolentino

Le tipologie dii esche utilizzabili nel bolentino sono varie e variano in base ad alcuni fattori. Tra questi, sicuramente, i più significativi sono la specie che si vuole insidiare ed il periodo in cui si tenta di insidiarla. Di seguito riportiamo una tabella di correlazione delle esche con le specie in relazione al periodo di pesca.

Pagello Fragolino

Primavera - Cannolicchio
Estate - Cannolicchio, Mazzancolle
Autunno - Cannolicchio
Inverno - Anellidi, Mazzancolle

Marmora

Estate - Arenicola
Autunno - Cannolicchio
Inverno - Anellidi, Mazzancolle

Tanuta

Primavera - Anellidi, Cannolicchio
Autunno - Anellidi, Cannolicchio
Inverno – Anellidi

Orata

Primavera - Bibi, Cannolicchio
Estate - Bibi, Cannolicchio
Autunno - Bibi, Cannolicchio
Inverno - Anellidi, Mazzancolle

Sgombro

Primavera - Sarda, Gambero

Autunno - Sarda, Gambero

Sughero

Primavera - Sarda, Gambero
Autunno - Sarda, Gambero

Gallinella

Primavera - Coreano, Americano, Sarda, Mazzancolla
Autunno - Coreano, Americano, Sarda, Mazzancolla
Inverno - Coreano, Americano , Mazzancolle

Triglia

Primavera - Americano, Coreano
Autunno - Americano, Coreano

Scorfano

Primavera - Sarda, Mazzancolla
Autunno - Sarda, Mazzancolla

Occhiata

Primavera - Bigattino, Pasta
Autunno - Bigattino, Pasta

1.10.I fondali per il bolentino e la simbologia nella cartografia nautica

L'individuazione della zona di pesca, nel bolentino come in tutte le pesche, è uno dei passaggi fondamentali. Questo spesso avviene in base a notizie acquisite per conoscenza diretta, magari da altri pescatori. Non si deve dimenticare però, che anche in questi casi, all'inizio, ci deve essere stato qualcuno che ha tentato, per primo, a pescare in quella specifica zona. Altrimenti non avreste saputo che quel particolare punto era adatto per quella pesca e per quelle prede. A volte però non si ha questa fortuna, spesso in quanto i pescatori non sono molto propensi a rivelare i propri spot. Se quindi non si dispone di informazioni su punti specifici, l'unica cosa che si può fare è tentare. Ma tentare una specifica pesca, nel mezzo del mare, privi di qualsiasi riferimento, è sicuramente un pò azzardato.

La prima cosa, quindi, è selezionare le informazioni che abbiamo a disposizione e iniziare a ragionarei. Facciamo un esempio. Nel bolentino una delle specie maggiormente insidiate è il Pagello Fragolino. Questo ha delle specifiche abitudini in merito a profondità frequentate e tipologie di fondali. Per cui, la prima cosa sarà, in base alla profondità che il pesce generalmente frequenta ed alla tipologia di fondale, prendere una carta nautica della nostra zona e andare alla selezione di zone aventi questi caratteristiche. A questo punto ci troveremo di fronte ad un ulteriore problema. La carta nautica, come tutte le carte, utilizza delle specifiche simbologie. Non vogliamo qui dilungarci sulla simbologia ma, completato il ragionamento, riportiamo dii seguito, per una più semplice individuazione dello spot di pesca, la correlazione tra tipologie di fondali adatti al bolentino, la relativa simbologia sulle carte nautiche e le specie potenzialmente presenti.

Fondale roccioso

Simbologia Carta Nautica
R(r) - Fondale roccioso
P(p) - Fondale ghiaioso
Specie presenti

Sarago, Cernia, Scorfano, Occhione, Tanuta, Murena, Grongo Sulle secche o sui gradoni anche Pagello, Sgombro, Sugarello, Palamita, Boga

Fondale sabbioso

Simbologia Carta Nautica
S(s) - Fondale sabbioso
Specie presenti

Mormora, Triglia, Gallinella, Sogliola, Rombo, Tracina

Fondale fangoso

Simbologia Carta Nautica
F(f) - Fondale fangoso

Specie presenti

Triglia, Gallinella, Grongo, Pagello fragolino, Merluzzo, Sogliola

Poseidonia

Simbologia Carta Nautica
A(a) - Fondale a Poseidonia 
Specie presenti 
Sarago, Dentice, Occhiata, Boga, Sugarello, Sgombro

Secca

E’ una zona di basso fondale roccioso circondata da alto fondale

Specie presenti.

Sarago, Cernia, Scorfano, Occhione, Tanuta, Murena, Grongo, Pagello fragolino, Sgombro, Sugarello, Palamita, Dentice, Ricciola, Serra, Tonnetto

Relitto

Indicato con simbologia specifica e valore numerico che ne indica la profondità
Specie presenti

Cernia, Sarago, Tanuta, Scorfano, Grongo, Murena, Occhione, Pagello fragolino, Dentice, Ricciola, Boga, Occhiata, Sugarello, Sgombro

Fossa

Zona di alto fondale circondata da basso fondale
Specie presenti
Cernia, Scorfano, Gallinella, Grongo, Merluzzo

No comments

Leave your comment

In reply to Some User