Lo spinning in mare dalla riva è una tecnica di pesca molto affascinante. Identico, nella sua struttura generale, allo spinning praticato sui fiumi o sui laghi, ma con i dovuti accorgimenti e modificazioni sia sul fronte delle attrezzature che su quello della valutazione del luogo di pesca. Per cui, similmente allo spinning praticato sui fiumi, avremo una attrezzatura composta da canna, mulinello, artificiale e una azione di pesca basata sul lancio e recupero. Detta così, ovviamente, appare semplice. In pratica, ovviamente, sono necessari una serie di accorgimenti e conoscenze specificihe che cercheremo di vedere nel seguito. Ovviamente, come sempre, senza pensare di riuscire a risolvere tutto con un unico articolo.

Lo spinning in mare, come detto, presenta le varie peculiarità dello spinning in senso generale. Si pesca con un artificiale che viene lanciato e recuperato il cui obiettivo è quello di imitare il comportamento delle prede delle nostre prede. Più riusciremo a renderlo "realistico" e più questo sarà oggetto di attenzione da parte del nostro predatore. E' una pesca definibile dinamica, in quanto richiede spesso spostamenti, anche per lunchi tragitti, al fine di testare vari spot di pesca. E' una pesca che non richiede una particolare preparazione prima della battuta. Non sono infatti necessarie esche vive o pasture varie. E' sufficiente avere la nostra attrezzatura a portata di mano ed in qualsiasi momento è possibile di decidere di cimentarsi in una battuta di pesca. E' una pesca che, al fine di portare a buoni esiti richiede molte conoscenze di dettaglio (dall'esca spcifica per la preda insidiata, al modo di manovrarla in azione di pesca, sino alla comprensione dei movimenti del mare al fine di comprendere dove si può posizionare la nostra preda). E' inoltre una pesca che spesso può portarci a pescare in condizioni limite (ad esempio d'inverno e di notte sotto la pioggia) per riuscire a pescare nelle migliori condizioni dal punto di vista della presenza e attività delle prede.

Lo spinning può essere distinto in 3 categorie principali:

  • Spinning leggero
  • Spinning medio
  • Spinning pesante

Tale differenziazione è correlata sostanzialmente al libraggio dell'attrezzatura utilizzata (libraggio canna, dimensione mulinello, dimensione e grammatura delle esche), ma anche, ovviamente, in relazione alle ipotetiche prede correlate.

Una ipotetica correlazione, per quanto concerne la dimensione e grammatura degli artificiali, può essere la seguente:

  Grammatura Artificiale  Lunghezza Artificiale
Spinning Leggero  < 10 grammi < 7 centimetri
Spinning Medio  10-20 grammi 7-12 centimetri
Spinning Pesante  > 20 grammi > 12 centimetri

Lo spinning in mare dalla riva può essere praticato su diverse tipologie di costa, in relazione alla loro configurazione, conformazione, tipologia di fondale, etc. Sicuramente deve essere praticato nei luoghi laddove è possibile rilevare la presenza delle prede delle nostre prede (cefali, acciughe, salpe, etc.).

Detto ciò è evidente che tra i posti da preferire sicuramente rientrano le foci dei fiumi, le aree intorno ai porti, i pontili, i moli, le scogliere. Aree di preferenziale stazionamento di tali specie e pertanto luogo di caccia dei nostri predatori.

I periodi migliori sono quelli afferenti le accostate da parte delle nostre prede. Occorre infatti considerare che molte specie hanno delle loro peculiari abitudini e pertanto per poterli insidiare occorre conoscerle (ad esempio per pescare il Serra occorre conoscere il periodo di accostamento alla costa altrimenti è del tutto inutile tentare di catturarlo nei periodi in cui si riporta a largo). Essendo comunque vasto il panorama delle prede insidiabili questo ci consente di poter praticare questa tecnica durante tutto l'arco dell'anno. Per qanto concerne le condizioni meteo-marine sono da preferire le condizioni con mare poco-mosso o mosso e acqua torbida.

ATTREZZATURA

Come detto si possono distinguere 3 tipologie principali di spinning ma all'interno di queste si possono identificare ulteriori variabili. Nell'attrezzatura, ed in particolare le canne, possono presentare una serie di variazioni che in prima valutazione possono apparire come secondarie ma in realtà non lo sono e diventano tanto più evidenti quanto più si prende dimestichezza e confidenza con questa tecnica. L'attrezzatura infatti può essere scelta in relazione a molti fattori i quali, combinandosi con le nostre preferenze personali, possono ingenerare una serie di combinazioni anche molto estesa. Per quel tipo di preda preferisco quel tipo di canna, con quel tipo di mulinello con quel tipo di artificiale con quel tipo di lenza. E così via per ognua di queste variabili. Facendo riferimento ad una dotazione intermedia, in pratica adattabile ad ogni esigenza (con tutte le limitazioni del caso ovviamente), possiamo parlare di:

  • canna: telescopica o a innesti. Questo è un primo quesito di non secondaria importanza. Le telescopiche e le canne ad innesti hanno dei comportamenti molto differenti. Non entraimo nel dettaglio ma consigliamo comunque di provarle e di verificare quale tipologia si adatta maggiormente ai nostri gusti. Di lunghezza generalmente intorno ai 2.40/3.00 metri, con un potenza di lancio intorno ai 10-30 grammi. La canna, a prescidere dalla tipologia e dal prezzo dovrà essere una canna specificatamente studiata per lo spinning. Il comportamento elastico di queste canne è infatti studiato per fornire una specifica risposta in fase di lancio. Per cui, non diciamo di dover obbligatoriamente acquistare canne costose, ne esistono anche di ottime come qualità prezzo (pensiamo alla mitica Falcon) che possono offrire dei risultati ottimali.
  • mulinello: le principali peculiarità richieste al mulinello sono il peso (dobbiamo lanciare e recuperare per tempi prolungati e variazioni di anche poche decine di grammi alla lunga fanno la differenza, la capacità di bobina (dobbiamo ricordare che potremo incontrare anche prede di una certa consistenza che ci costringeranno a mollare lenza durante il combattimento), rapporto di recupero (fondamentale soprattutto laddove dobbiamo recuperare il nostro artificiale con un certa velocità). Diciamo che un 5:1 è un rapporto ottimo. Generalmente ci si attesta su dimensioni intorno al 4000. Ricordiamo inoltre che pescare in mare significare sottoporre le nostre attrezzature all'azione della salsedine per cui, ad ogni ritorno, occorre effettuare un buon lavaggio dell'attrezzatura ed in particolare del mulinello. Se questo, comunque, non sarà di buona fattura, non riuscirà ad accompagnarci a lungo nelle nostre battute di pesca.
  • lenza madre: in base alle preferenze si può optare per il nylon o per il trecciato tenendo presente le correlate specificità Il nylon è meno resistente, a parità di carico di rottura ha un diametro superiore (questo significa meno metri in bobinia) ma presenta una elasticità superiore.
  • girelle: devono essere di ottima fattura e di facile apertura e chiusura per consentire un veloce cambio dell'artificiale
  • terminale: quasi sempre in fluorocarbon. Il suo diametro e lunghezza devono essere correlati alla dimensione delle prede presenti ed alla loro diffidenza.
  • cavetti d'acciaio: richiesti solo nel caso di alcune particolari prede
  • guadino: deve essere della lunghezza corretta in base al luogo di pesca 8ad esempio se peschiamo da una scogliera alta) e di capienza adeguata alla tipologia di preda insidiata
  • artificiali:

Nota sul terminale:

La lunghezza del terminale è oggetto di variazioni in base alle preferenze del pescatore e con riferimento ad una specifica questione. Se si realizza un terminale "lungo", cioè più lungo di quanto possa essere tenuto oltre il cimino della canna durante la fase di lancio, questo significa che durante la esecuzione dello stesso il nodo di giunzione (lenza madre - terminale) dovrà attraversare gli anelli della canna generalmente sbattendoci contro e determinando una alterazione della fuoriscita della lenza dalla canna ed una conseguente riduzione della gittata di lancio. Alcuni, nonstante l'inconveniente, optano per questa soluzione in quanto preferiscono avere un terminale lungo (meno visibile dalla preda). Altri, al contrario, preferiscono avere un terminale motlo corto in modo tale da consentirgli di avere il nodo di giunzione fuori dall'ultimo anello in fase di lancio e quindi di non incorrere nell'inconveniente detto.

 

PREDE

Ovviamente le prede destinatarie dello spinning sono i predatori anche se, come spesso avviene nella pesca, non è imrpobabile catturare anche prede che non rientrano appieno in tale definizione (cefali, saraghi, salpe, etc.). Come è ovvio i predatori possono avere varie taglie e vari comportamenti, soprattutto durante la fase di recupero a seguito dell'allamata. Caratteristica comune a tutti è comune una particolare combattività che rende questo tipo di pesca, unitamente alla tipica particolarità derivante dal fatto di pescare con la canna in mano e quindi di avvertire di improvviso la ferrata del pesce, estremamente allettante.

Tra le prede tipiche ritroviamo il Barracuda, il pesce Serra, (pesci che stanno diventando sempre più frequenti nelle nostre acque a seguito del progressivo innalzamento delle temprerature), la Spigola, la Leccia Amia e la Leccia Stella, l'Occhiata ed in alcuni casi, laddove accostano, varie specie di pesce azzurro (Sugherello in particolare). Prede saltuarie e casuali sono invece i cefalopodi (Polpo, Seppia e Calamaro).

ARTIFICIALI

Di artificiali per lo spinning ne esistono molte tipologie e tra queste molte differenziazioni (dalle forme, al colore, al comportamento in acqua). Esaminarli tutti è quasi impossibile anche in quanto le varie case produttrici, ovviamente, tendono a creare variazioni specifiche in grado di fornire un connotato all'artificiale in grado di differenziarlo dagli altri. Comunque, volendo fare una prima differenziazione possiamo dire che:

  • artificiali che richiedono piombatura aggiuntiva (piume, raglue, minnow di grammatura molto bassa e quindi molto piccoli)
  • artificiali che non richiedono piombatura aggiuntiva

Gli artificiali che non richiedono piombatura aggiuntiva, e che quindi consentono l'azione di pesca unicamente utilizzando il loro peso si possono differenziare in base al loro comportamento in acqua:

  • Floating (Galleggianti)
  • Sinking (Affondanti)
  • Suspending (Sospesi)

Tale comportamento in acqua, ovviamente, comporta che i primi consentiranno una ricerca mirata a pesci che stazionano a pelo d'acqua o nello strato immediatamente sotto. I secondi invece consentiranno di ricercare le prede negli strati d'acqua sottostanti avendo la capacità di raggiungere maggiore profondità. I terzi hanno un comportamento neutro.

YO-ZURI CRYSTAL 3D MINNOW FLOATING HAY

YO-ZURI CRYSTAL 3D MINNOW FLOATING HAY

 

YO-ZURI SASHIMI JERKABAIT FW SUSPENDING CCCA

 

YO-ZURI SASHIMI JERKABAIT FW SUSPENDING

Una ulteriore categoria di artificiali è costituita dai cosidetti "walking the dog". Questi artificiali sono caraterizzati dal fatto di essere privi della tipica paletta. Questa caratteristica gli conferisce un comportamento in acqua particolare. In sostanza sono completamente galleggianti (venendo meno l'azione idrodinamica generata dalla paletta durante il recupero). La modalità con cui questi ultimi vengono utilizzati richiede un particolare accorgimento durante la fase di recupero. In pratica occorre manovrare l'artificiale con la vettadella canna, durante il recupero, in modo tale da imprimergli un movimento a zig-zag.
Ulteriore tipologia di artificiale è data dai cosidetti Poppers.  Questi artificiali hanno la caratteristica di avere la parte su cui è generalmente montato l'anello per il collegamento al terminale concavo. La concavità determina un attrito in acqua che durante il recupero genera:

  • l'artificiale rimane a galla o addirittura balza fuori dall'acqua
  • l'attrito e il movimento dell'acqua genera schizzi e rumori che divengono elementi di attrazione delle prede.

POPPER 01
Oltre i sopra esposti si hanno i tipici cucchiani ondulanti. Questi stanno perdendo attrativa da parte dei pescatori ma presentano comunque delle peculiarità da non sottovalutare. In particolare il fatto che essendo reperibili anche in grammature elevate consentono l'ispezione di tratti di mare difficilmente raggiungibili da altre tipologie.

Una ulteriore tipologia di artificiale che sta avendo un discreto successo negli ultimi anni è costituito dai cosiddetti Jig. Questi non sono altro che delle riproduzioni di piccoli pesci aventi ridotte dimensioni (da questo spesso nominati Jigghetti) ma con il corpo in metallo e quindi in grado di raggiungere anche pesi sostenuti. La loro peculiarità consiste nel fatto che la loro imitazione fisica non è principalmente connessa al loro comportamento in acqua. Questo fa si che diventino catturanti non solo nella fase di recupero ma anche utilizzando fasi di alternanza. In pratica, vengono generalmente utilizzati alternando il recupero a momenti di fermo ed in tali fasi il jigghetto tende a scendere veso il fondo consentendoci di sondare tratti di profondità diversa restando sempre in pesca.

AZIONE DI PESCA

L'azione di pesca si basa, oltre quanto detto, sulla ricerca. Individuata la zona, il momento, l'ora ed il punto preciso si dovrà iniziare a sondare spondando l'azione di pesca da una zona ad un'altra. In pratica si effettuano i primi lanci (generalmente 5-10) in un punto per poi spostarsi. Questo avendo cura di continuare a leggere continuamente eventuali segnali (pesci in caccia segnalati da movimenti dell'acqua a galla, da piccoli pesci in fuga che saltano, etc.). Altro elemento utile è cambiare l'artificiale in modo tale da sondare strati diversi d'acqua e zone più o meno lontane. Modificare, inoltre, la modalità di recupero alternando recuperi veloci a recuperi lenti, recuperi costanti a recuperi alternati.

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